Bullismo: cosa c'è da sapere

28.10.2017

Il termine Bullismo ha la sua origine nella parola inglese bullying che significa "usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire". Si fa, quindi, riferimento a comportamenti aggressivi, abusivi, messi in atto al fine di avere potere su una persona considerata più debole, incapace di difendersi. Le vittime cadono spesso in una condizione di sofferenza psicologica, isolamento ed emarginazione. Secondo indagini Istat sui comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi, più del 50% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni è stata vittima di un episodio offensivo, irrispettoso e/o violento da parte di coetanei in ambito scolastico.

La figura dello psicologo all'interno dei contesti scolastici appare fondamentale, per individuare in maniera tempestiva i disagi prima che possano favorire lo sviluppo di sindromi psicologiche. - M.Sellini



Il bullismo si caratterizza per:

  • intenzionalità
  • sistematicità
  • asimmetria del potere
Ciò significa che il bullo non solo reca volontariamente un danno alla vittima, ma protrae anche i suoi atti nel tempo ed è in una posizione dominante rispetto ad essa.


Ma chi è il bullo? Proviamo a tracciarne un identikit!

Il bullo è un ragazzo o una ragazza che ha bisogno di potere e dominio sugli altri; si caratterizza per un modello di reazione aggressiva associato alla forza fisica, generalmente è facilmente irritabile, impulsivo e non tollera la frustrazione. Tende a non rispettare le regole ed è manipolativo, è poco empatico e la sua autostima è nella media. Il rendimento scolastico tende a peggiorare progressivamente. Il comportamento del bullo è spesso rafforzato dal gruppo dei bulli "passivi", cioè quei ragazzi che offrono il loro sostegno al bullo anche senza intervenire direttamente. In un primo momento, il bullo può riscuotere successo, popolarità e ammirazione ma, attenzione, la popolarità dei bulli è spesso destinata a diminuire con l'avanzare dell'età: man mano che si cresce, infatti, si è in grado di giudicare secondo criteri morali i comportamenti propri e altrui. 

E la vittima, chi è?

La vittima scelta dal bullo è solitamente una persona considerata meno forte, che non sarà facilmente aiutata (es. perchè ha pochi amici) e che può essere considerata, in qualche modo, diversa. E' ansiosa e insicura, incapace di comportamenti decisi, ha una bassa autostima e un'opinione negativa di sè. A scuola è spesso sola, isolata dal gruppo di coetanei e ha difficoltà a socializzare. Alcune volte, la vittima può negare l'esistenza del problema e accetta passivamente quanto le accade, colpevolizzandosi.

Secondo alcune ricerche sulle conseguenze del bullismo, è emerso che le vittime hanno un rischio maggiore di soffrire di ansia generalizzata e attacchi di panico da adulti fino ad arrivare a pensieri suicidi.

Agli insegnanti e ai genitori: avete tutto sotto i vostri occhi. Occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero. E ai ragazzi e alle ragazze che vivono questo inferno, un abbraccio da un fratello che vi dice: tenete duro, un giorno l'inferno finirà. 

-M. Gramellini, citando la lettera di un lettore, M.P., vittima di bullismo

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