Genitori che fanno del male: la sindrome di Munchausen per procura
La sindrome di Munchausen per procura è una forma grave di ipercura da parte del genitore, spesso la madre, verso il bambino, a discapito della salute fisica e psichica di quest'ultimo: il bambino, infatti, viene sottoposto a continui ed inutili accertamenti clinici e cure in quanto il genitore crede che il proprio figlio sia malato.
Si tratta di una forma di abuso molto grave, sia perché presuppone una condizione psicopatologica di tipo delirante sul corpo, sia perché espone il bambino ad un danneggiamento sia fisico che psicologico.
Le vittime possono essere sia bambini molto piccoli che
adolescenti e possono presentare i sintomi
diversi: cardiovascolari, dermatologici, comportamentali, gastrointestinali, respiratori,
ecc.
Nella maggior parte dei casi, il genitore abusante ha delle conoscenze mediche
dettagliate che utilizza per creare collusioni con il personale medico o
infermieristico. Il genitore, inoltre, mostra un comportamento ambivalente:
freddo e distaccato quando il bambino è solo, premuroso e preoccupato davanti
ai medici.
In assenza del genitore abusante, il bambino mostra un miglioramento: è così, che spesso, viene scoperta la sindrome di Munchausen.
Chi è il genitore maltrattante?
Il genitore maltrattante, in questo caso, è spesso la madre. Una madre colta, con una preparazione medica di qualche tipo, collaborativa con i medici. Sono madri spesso affette da disturbi di personalità più o meno marcati (istrionico, paranoide, narcisistico, passivo-aggressivo) che, a loro volta, possono aver sperimentato esperienze analoghe nell'infanzia.
Il ruolo del padre non è sempre chiaro e definito. Il più delle volte è assente dalla vita familiare o resta lontano da casa molto tempo.
La sindrome di Munchausen è la manifestazione di un sistema familiare patologico in cui è necessario l'utilizzo di questo abuso per mantenere la stabilità e negare i conflitti.
I genitori sono di solito persone con bassa autostima, con difficoltà nei rapporti interpersonali, con diffidenza nei confronti dei cambiamenti.
Quali sono le conseguenze?
Il bambino si trova davanti ad una situazione ambivalente: chi lo dovrebbe amare e proteggere, lo maltratta e lo copre di attenzioni allo stesso tempo. Si trova davanti ad un genitore che è a tratti premuroso e amorevole, e a tratti distaccato.
Questa ambivalenza innesca, nel bambino, la paura di essere rifiutato e abbandonato, per questo motivo cerca di compiacere i genitori simulando uno stato di malattia.
Sotto i 7 anni, la malattia viene vista come forma di punizione: la reazione di questi bambini è di iperattenzione e ipervigilanza sul proprio comportamento e su quello della madre; il bambino è sempre spaventato, non riconosce le proprie emozioni e evita di farle emergere.
Il rischio più grave è che in adolescenza, il ragazzo continui a percepire il proprio corpo come malato, evolvendo anche verso disturbi psicotici.
Se il disturbo non viene riconosciuto tempestivamente, il bambino può presentare: difficoltà scolastiche e di apprendimento, patologie psichiatriche, assenza di interazioni sociali.