Questo corpo non mi appartiene. I Disturbi d'Identità di Genere nell'infanzia

17.12.2017

<<Perché sei scappato di casa, tesoro?>>

<<Dovevo farlo.>>

<<Non credi che sarebbe stato più semplice restare com'eri?>>

Alzai la testa e la guardai negli occhi: <<Io sono sempre stato così>>

- J. Eugenides


L'argomento trattato in questo articolo è, probabilmente, tra quelli meno conosciuti dai genitori e dalla società: solo recentemente, infatti, si è iniziato a parlare di DIG ovvero "Disturbo di Identità di Genere" in età pediatrica.

Ma andiamo per gradi; che cos'è l'identità di genere? Viene definita "identità di genere" la consapevolezza e la percezione che la persona ha di sé come maschio, femmina o ambivalente; di conseguenza, il termine "disturbo di identità di genere" sottolinea la discrepanza tra identità percepita (maschio, femmina, ambivalente) con il sesso biologico, ovvero quello con cui si nasce: ciò significa che un individuo nato biologicamente uomo può avvertire un'identità di genere femminile e, a causa di questa discrepanza, prova malessere.

Tale sofferenza è avvertita anche nei bambini con DIG che riferiscono, già da molto piccoli, la percezione di essere come intrappolati in un corpo sbagliato, con genitali che non gli appartengono. Questi bambini desiderano fortemente di appartenere al sesso opposto e, spesso, sostengono di essere proprio del sesso opposto: ciò significa, ad esempio, che un bambino dica di essere una bambina o viceversa. Inoltre possono preferire vestiti o giochi associati comunemente a bambini del sesso opposto e possono provare disagio e frustrazione per le proprie caratteristiche fisiche e/o sessuali: tale malessere sarà ancora più evidente e accentuato in adolescenza.

Ovviamente, non tutti i bambini che giocano con le bambole e non tutte le bambine che amano giocare a calcio hanno, in realtà, un DIG. Per parlare di DIG, infatti, bisogna tenere in mente, prima di tutto, che l'appartenenza a quello specifico sesso biologico causa una continua sofferenza. Nel DSM-5, manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, troviamo questa condizione sotto il nome di "Disforia di genere"; al contrario, nelle edizioni precedenti possiamo trovarla sotto il nome di "disturbo dell'identità di genere". I criteri diagnostici, secondo il DSM-5 sono:

- Una marcata incongruenza tra il genere espresso da un individuo e il genere assegnato, della durata di almeno 6 mesi, che si manifesta attraverso almeno due dei seguenti criteri:

  • Una marcata incongruenza tra il genere esperito/espresso da un individuo e le caratteristiche sessuali primarie e secondarie; 
  • Un forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie; 
  • Un forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie/secondarie del genere opposto; 
  • Un forte desiderio di appartenere al genere opposto (o a un genere alterativo)
  • Un forte desiderio di essere trattato come appartenente al genere opposto (o a un genere alterativo)
  • Una forte convinzione di avere i sentimenti e le reazioni tipici del genere opposto (o di un genere alterativo) .

- La condizione è associata a sofferenza clinicamente significativa o a compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre importanti aree 

Se nell'infanzia è possibile, in qualche modo, nascondere o mascherare il sesso biologico, questo non è più possibile in adolescenza. Se, quindi, ad una bambina bastava tagliarle i capelli e vestirla con abiti maschili per "alleviare", per lo meno, la sofferenza, questo diviene impossibile con la pubertà: mestruazioni, crescita del seno, crescita della barba, fanno si che gli adolescenti si trovano totalmente intrappolati in un corpo che non possono nemmeno più controllare. L'adolescente con DIG, può incorrere, durante questa fase a disturbi come depressione, disturbi alimentari, fobie sociali e possono tentare di togliersi la vita. Molti bambini e adolescenti con DIG subiscono gravi atti di bullismo soprattutto all'interno delle mura scolastiche.

Alcuni bambini con DIG iniziano la terapia ormonale precocemente, prima dell'adolescenza, in modo da inibire le caratteristiche tipiche del sesso biologico e di favorire, invece, le caratteristiche tipiche del sesso opposto. Secondo degli studi, l'inizio di una terapia ormonale precoce (intorno agli 11-12 anni) può essere utile anche nel caso di una futura riassegnazione del sesso tramite intervento chirurgico che dovrebbe risultare, in questo modo, molto meno invasiva.

In italia, i DIG in età pediatrica sono ancora poco conosciuti mentre, negli Stati Uniti sono stati già condotti i primi studi. Per un genitore, accettare, accogliere e capire questi comportamenti e/o vissuti dei propri figli può non essere facile come può non essere facile spiegare al bambino che non è l'unico a sentirsi intrappolato in un corpo che non sente suo, in un corpo sbagliato. Il supporto psicologico, seppur raramente richiesto nell'immediato dalla famiglia, può essere utile per aiutare l'utente ad affermare la propria identità. Negli Stati Uniti, è stato dimostrato che gruppi di mutuo- aiuto per queste famiglie (genitori e figli) può essere di fondamentale importanza: il confronto, capire di non essere gli unici, sapere di non essere soldi, acquisire consapevolezza, accettare anche se gradualmente sono tutti elementi che faranno la differenza. 


Per saperne di più:


Dott.ssa Martina Iannuzzi P.IVA 14319411006 
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